domenica, febbraio 25, 2007

Il seme della paura

Yoga, la disciplina che dissolve la paura

Nella società contemporanea lo stress è uno dei problemi di salute più diffusi insieme alle cosiddette crisi di panico ed a quei disturbi definiti genericamente psicosomatici. Queste patologie tipiche delle società industriali hanno in comune un fattore unico: la paura, manifesta o immanifesta, conscia o subconscia.

I rimedi che si conoscono per cercare di superare la paura sono quasi tutti sintomatici, ad eccezione di quelli che risalgono alle sue cause, come ad esempio la psicoterapia o l'omeopatia.

lo Yoga è un metodo di cura particolarmente efficace e completo perché aiuta sia a limitare i sintomi della paura sia ha rimuoverne le cause.

Lo Yoga rilassa, dà equilibrio e rafforza lo psicosoma del praticante mediante varie pratiche:

Ma la sua azione più importante è quella di guidare lo yogi, per gradi, nel rimuovere le cause ontologiche della paura, attraverso il giusto approccio alla realtà sensoriale e con la pratica della meditazione.

La paura è uno stato interiore “a basso voltaggio”, accade in una zona di penombra interna dove i contorni delle cose sono confusi come in uno stato di sogno o di alterazione febbrile.

Lo yoga è Tapas, un fuoco che brucia le tossine fisio-psichiche che impediscono la visione corretta del mondo e di se stessi. E’ un processo che aumenta la carica energetica finché nell'essere non si instaura un flusso permanente di luce intensa e nella luce gli spettri evaporano.

Tutto il potenziale per raggiungere la completa salute è già qui e ora, ma è necessario cominciare per gradi, prendendo come riferimento l'Astanga Yoga di Patanjali, il saggio che codificò il cammino dello Yoga in otto stadi:

Lo scopo di queste regole etiche e di stile di vita e' quello di purificare lo psicosoma e di limitarne le perturbazioni. Gli antichi maestri non accettavano allievi che non fossero disposti ad abbracciare incondizionatamente questa disciplina interiore; non per motivi che noi definiremmo "morali", ma per ragioni pratiche: un allievo con la mente turbata dall’odio o dalle brame o attaccato alla propria depressione non può iniziare pratiche yogiche perché comprometterebbe seriamente la sua salute e non sarebbe in grado di trarre profitto dagli insegnamenti.

Vediamo insieme questi prerequisiti dello Yoga classico indispensabili per dare una “rotta giusta” alla nostra vita, un primo passo del nostro guerriero interiore.

I 5 YAMA

I principi
1. Ahimsa
Non violenza.

Impegno ad adottare un comportamento volto a non nuocere né a se stessi né agli altri.

2. Satya
Non mentire.
Innanzitutto non mentire alla propria essenza spirituale, ma significa anche il coraggio di sostenere apertamente ciò che è vero.


3. Asteya
Non rubare, chi ruba è un mendicante.
Questo Yama è un invito a percepire ed a rispettare la propria innata ricchezza interiore ed originalità.

4. Brahmacharya
La parola sanscrita significa letteralmente “vivere come un dio” rendendo superfluo l'attaccamento al sesso.
si tratta di un invito al contenimento dell'energia sessuale per aumentare la forza pranica interna.

5. Aparigraha
Assenza di avarizia.
Questo Yama induce a lasciare la "presa" sulle cose e sulle persone.

Meditare su questi principi e cercare di introdurli nella propria vita senza forzature, ma al tempo stesso senza autoindulgenza, è il primo passo interiore verso il fuoco della disciplina Yoga.

Naturalmente i cambiamenti richiedono tempo e all’inizio saranno impercettibili, ma quel “fuoco” ha il potere con il tempo di dissolvere gli spettri della mente, che sono gli alimentatori occulti di ogni forma di paura.

I 5 NYAMA
Le regole

Solo un essere umano in armonia con le regole divine che governano il cosmo può fare esperienza della salute vera; è questo il concetto alla base dei Nyama.

1. Shaucha
La pulizia è il primo Yama.
Si intende la pulizia sia del corpo che della mente. La purificazione mentale rimanda alle regole precedenti: gli Yama. Una sana alimentazione a base di cereali, frutta, verdura, latte, miele, semi oleosi, legumi è uno dei fondamenti dello stile di vita Yoga. A questo segue una rigorosa purificazione quotidiana e stagionale degli organi interni attraverso le posture Yoga, tecniche di respiro, massaggio, pratiche speciali di Yoga.

2. Samtosha
La serenità.
la capacità di mantenere un atteggiamento mentale positivo indipendentemente dagli eventi esterni. Ogni volta che la mente devia verso il pessimismo riportarla inesorabilmente verso il senso opposto. Non forzare, si tratta d'indirizzare lo stato d’animo con un movimento interiore lieve ma perseverante. Anni di messaggi negativi provenienti da un errato modo di pensare e spesso dall'ambiente, hanno creato in voi un'abitudine che ora vi appare ineluttabile. E’ falso. Si può e si deve rieducare il proprio pensiero.

3. Tapas
la disciplina che contiene gli impulsi elementari e corregge l'errato modo di pensare.
E’ la forza intenzionale incorruttibile e perseverante che genera il "fuoco" dello Yoga. Meditate a lungo su questa parola. Al di là della mera traduzione ha in sei un suo speciale potere che può dischiudere la vostra comprensione interiore. Tapas non è repressione. Non c'è alcun tentativo di giudicare un pensiero negativo o un'abitudine scorretta, ma solo una neutrale e potente attitudine a correggere.

4. Swadhyaya
Lo studio.
Con la mente pulita, sgombra di pregiudizi ci si può calare nello studio della realtà e di se stessi mediante la lettura dei testi sacri o comunque libri che inducono una profonda riflessione sull'esistenza, le parole dei saggi.
Un periodo di autoterapia può essere utile o addirittura indispensabile in molti casi di sofferenza interiore o per superare angoscia o crisi di panico, ma il seme della paura verrà distrutto solo da una medicina spirituale. L’incontro con un maestro ad un certo punto del cammino Yoga è inevitabile.

5. Ishvarapranidhana
L'abbandono a Dio, la resa allo spirito eternamente libero.
Quando l’immanenza del divino è percepita, cessa la lotta e la paura scompare, con tutti i suoi corollari di pene. Ricorda che nello Yoga la fede non è cieca credenza, ma il frutto naturale di un’attenta contemplazione della realtà.

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